i sepolcri imbiancati
Io, quando sento che Guido Lopez è di nuovo sulla strada per una indagine, tremo.Tremo al pensiero del disastro incombente, del disastro avvenuto, del distastro hic et nunc. Tremo del tremore eccitato che preannuncia l'impegno dei sensi, i fiumi di adrenalina, le notti in bianco. Tremo come la prima volta che ho letto American Tabloid o V. Tremo perchè voglio che attraverso il falso qualcuno confermi i miei sospetti, voglio che la sospensione di incredulità mi avvicini a verità da paranoico. Tremo perchè so che lo leggerò in un fiato e arrivato in fondo col fiato grosso mi maledirò e e penserò a ricominciare, come dopo un orgasmo consumato troppo in fretta. Tremo perchè noi tossicomani ci attacchiamo a queste scosse di serotonina.
Grande Madre Rossa non ha deluso le mie aspettative e ha confermato i mei timori (letto in due giorni): la scrittura di Genna diventa sempre più controllata, quasi trattenuta, a caricarsi di energia da rilasciare in repentine esplosioni (anche se la magniloquenza più scatenata e istrionica di Ishmael a me era piaciuta assai, forse perchè lo avevo divorato in estenuanti sessioni in una camera iperbarica dalle parti di viale Premuda, ma questa è un'altra storia), rende Lopez un entità metifisica distaccata e raggelata, regala colpi di scena letteralmente fino all'ultima pagina. Insomma, leggetelo.
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