giovedì, maggio 25, 2006

più tasse per tutti

Ferve, dopo il cambio di ministro (auguroni a Fabio Mussi di fare un buon lavoro, che noi se ne ha un gran bisogno), il dibattito sullo stato della università italiana. Trovate un bel po' di stimoli qui, ad opera della sempre puntuale Angelita che parte da un articolo di Citati e uno di Zingales. ( qui anche la risposta del neoministro).

Riguardo al problema delle tasse universitarie sono assolutamente d'accordo con Angelita: 5 anni di prestito a 15000€ l'anno, come propone Zingales, sono una enormità.
Le tasse però vanno alzate e pure sensibilmente, questo è un dato di fatto: l'FFO (il fondo di finanziamento ordinario) è in discesa da anni, e non credo basterà la volontà politica di farlo risalire per dare ossigeno alle asfittiche (eufemismo) casse delle università italiane.

Le tasse vanno alzate, allora. Quanto?
Qui da noi ora si fa circa così. Sotto i 5000 € di isee non si paga niente. Sopra i 50.000 si paga il pieno (una cifra intorno ai 2 k€). In mezzo, una percentuale in proporzione al reddito.
Aumentiamo le tasse? Facciamo sopra i 5000 € l'anno? Facciamo 10000?
Sia previsto un livello minimo di reddito familare sotto il quale dalle tasse si è dispensati completamente (10-15 k€ l'anno?) e un livello oltre il quale si paga l'intero ammontare (100 k€?). E in mezzo una crescita progressiva della percentuale da pagare, proporzionale a indicatori tipo isee. La pendenza e la forma della curva che identifica la percentuale da pagare in funzione del reddito la si studia e la si lima in base a scelte politiche, economiche, etiche, ma soprattutto alle necessità di bilancio della sede universitaria, che avrà cura di tenerle comunque più basse possibile per attrarre il maggior numero di studenti.
Insomma, che una famiglia che ha un reddito di 100 k€ paghi una tassa di minimo 5 k€ per l'università del figlio non lo trovo affatto uno scandalo.
Che non sia solo lo stato a investire sul futuro dei giovani, ma anche le loro famiglie. In fin dei conti vedo un numero esorbitante di studenti che arrivano qui nel parcheggio dell'università a bordo di costose automobili (venti anni fa saranno stati un quinto di ora, quelli automuniti, e dovevate vedere che carriole guidavamo) o griffati da capo a piedi.
Cioè nulla di male, ma spendessero qualcosa in più anche per farli studiare.
Che non c'e' solo la produzione delle merci, da ossigenare, con i redditi familiari.

Mio dio, inizio a parlare come un vecchio trombone.