il dono
Immaginate di essere un po' apprensivi e di avere una operazione programmata. Niente di che, le cose gravi sono altre, per la carità. Comunque un par d'ore di intervento, e un postoperatorio noioso, e una riabilitazione lunghetta, diciamo un mese senza camminare e guidare. Preoccupazione, pessimismo, una vaga ansia, autorassicurazioni ripetute come mantra.
Sistemare tutto, programmare il lavoro dei collaboratori (aiuta volersi credere necessari), approntare ogni cosa per la lunga degenza casalinga (affidarsi alla nevrosi del controllo totale è sempre meglio che farsi prendere dal panico), pensare a un bel post ironico e apotropaico.
Poi arriva il giorno prima del ricovero, e mentre vi fate l'ultima nuotata che poi chissà quando, dal policlinico vi lasciano un messaggio sulla segreteria per dirvi che per faccende di sala operatoria è tutto rimandato di 24 ore.
Certo esagero, ma uno si sente come se gli avessero regalato un giorno extra.
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