back in action(?)
Tre notti ospedale, camera da quattro letti, 6 compagni di stanza complessivi (heavy rotation della sanità formigoni style), tutti under 40, tutti (tranne il sottoscritto) tatuati, un campionario di incidenti folli. Era dai tempi del collegio che non mi divertivo in quel modo: metti 4 maschi in una stanza, costretti a letto, possibilmente eterogenei per occupazione e passioni, possibilmente saturi di anestetici e antidolorifici pesanti, e il clima diventa quello di un bar sport, molto più rilassato.
C'è da dire che certe situazioni rafforzano il cameratismo tra sconosciuti: quando per esempio per far bere un tizio ci si deve metter in altri due pazienti. Quello con le mani ingessate che non risce ad aprire la bottiglietta e la porta a quello che ha la gamba immobilizzata per poi portarla aperta con la cannuccia a quello inchiodato con la schiena in trazione.
Per quanto mi riguarda, tutto ok: entrato ore 7, ore 7.50 mi hanno drogato così bene che ho accettato, senza troppe discussioni con una anestesista incazzosa, una anestesia spinale, e poi mi son goduto l'intervento sull monitor, entusiasta della tecnica, della mano del luminare che mi spiegava i passaggi, dei colpi di scalpello che sentivo solo con le orecchie. Mi sembrava quasi di far parte della equipe che si affannava al di là del telo. Poi sulla efficacia della faccenda ne riparliamo tra qualche settimana.
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