Sarà che ho appena finito lunar park, che elenca deliranti cure alle quali sono sottoposti i bambini statunitensi, imbottiti di ritalin, di altre dozzine di psicofarmaci e strambe pratiche psicoterapeutiche.
Sarà che contestualmente ho letto l'ottimo psychofarmers, che senza furori anti- o pro- farmacologici, mi ha proposto qualche riflessione (tra le altre cose) sul rapporto tra i) effettiva necessità del trattamento farmacologico ii) bisogno "culturalmente" indotto di benessere a facile accesso iii) pressione dell'industria farmaceutica (come sintesi è incompleta, cruda e rozza, spendete ‘sti 16 euri, specialmente se come il sottoscritto subite il fascino delle sostanze psicoattive).
Sarà che il neoduenne a volte si comporta come Attila, a volte dorme quando vuole lui, a volte ha atteggiamenti il cui senso mi sfugge, ma mai mi sognerei di impasticciarlo, nemmeno il nopron
Insomma,
questo articolo lo trovo agghiacciante, per la freddezza da bollettino informativo, come si trattasse dell'uso di una classe di antipiretici (tenete pure conto che la ADHD è entrata ufficialmente nelle classificazioni mediche nel 1980, e che non è che tutti siano proprio d'accordo).
I bambini, dico, i bambini. Dare psicofarmaci ai bambini (il ritalin funzione suppergiù come la cocaina) perchè sono casinisti, dormono poco, non rendono "come potrebbero" a scuola, hanno problemi di autostima. A negare che crescere può essere fatica, dolore e sofferenza, anche se pare che serva a diventare adulti decenti, se hai vicino persone che ti amano e ti sostengono. Non so,
mi sbaglierò, ma
a me sembra una follia.