La spesa del signor Baroni
Tutti, tranne il Signor Baroni. Lo becco in coda per la stessa cassa, da me scelta con colpevole leggerezza.
Il signor Baroni probabilmente possiede una trattoria, oppure ha una famiglia di venti persone. Lo incontro la metà delle volte che vado all'esselunga: a qualsiasi ora e giorno il signor Baroni ha un carrello che definire pieno è sublime eufemismo e che ricorda vagamente il cantiere della Sacra Famiglia a Barcellona. Il signor Baroni ha una età indefinita compresa tra i 50 e i 70, magro, tonico, giacca e cravatta, capello bianco cotonato in una acconciatura impossibile che sta tra Elvis (ciuffo in alto) e Limahl anni 80 (lunghi dietro). Si muove in continuazione come se si fosse appena sparato una grammata di boliviana purissima. Rompe il cazzo a tutti lamentandosi della coda, importuna tutte le commesse (che conosce per nome, una per una), dà del finocchio a tutti gli uomini, semina il panico tra i factotum nordafricani. Quando non trova interlocutori disponibili, urla e impreca su quello che gli viene in mente. Il Signor Baroni alla cassa completa lo show e lancia alla cieca quintali di carne e ortaggi, sgancia treperdue di vimclorex e bidoni di maionese come bombe, tira baguette come siluri. Il tutto con le spalle al nastro trasportatore, spesso sfiorando la terrorizzata cassiera. Il signor Baroni impiega, per passare alla cassa i suoi due metricubi di spesa, lo stesso tempo impiegato una coppia di dink per la propria, spende quanto loro ma ottiene uno scontrino lungo trenta volte tanto. Il signor Baroni riesce nell'impresa di ricaricare 15 sacchetti nel carrello in 15 secondi netti, e si quando si allontana la quantità di moto del carrello perturba il campo gravitazionale in un raggio di dieci metri, provocando una curvatura anomala dello spaziotempo.
Normalmente il signor Baroni deve essere inseguito perchè ha dimenticato il resto o perchè con il suo scontrino ha legato la commessa alla sedia.