lunedì, febbraio 06, 2006

un paio di ripensamenti

Vorrei riprendere qui, che i commenti a questo post stavano generando una finestra di scomoda lettura.

Sarà che in questi giorni chi più ha insistito sul testo della libertà di parola tout court sono state le leghe e le destre xenofobe di mezza europa, e come compagnia non mi piace.
Sarà che gli integralisti di mezza europa (cattolici) e mezzo oriente (islam) sembrano i difensori della tolleranza religiosa e delle sensibilità dei popoli.
Sarà che i media ci stanno pestando un pò troppo duro e stanno contribuendo in maniera pesante al salire di livelli dello scontro.

Insomma, le mie conclusioni per ora sono molto meno apodittiche di tre giorni addietro.
E' giusto che un giornale pubblichi le vignette che vuole, giusto che non chieda scusa se pensa di aver fatto il suo dovere(?).
Certamente tutti vorremmo maggiore intransigenza nel condannare le reazioni violente di parte dell'islam, perlomeno da parte di istituzioni laiche la cui preoccupazione invece sembra quella di tutelare le sensibilità religiose.
Certamente non è mai abbastanza ribadito che la sensibilità altrui non può essere l'unità di misura dei miei spazi di libertà.
Giusto che il governo danese non voglia chiedere scusa? Direi di si, tanto lo farà comunque appena i boicottaggi diventeranno sufficientemente pesanti (a proposito, chissà che odore di salmone affumicato, laggiù).
Giusto che altri giornali ripubblichino le vignette, ergendosi a baluardo dell'occidente e dei suoi valori? Non so. Giusto fare di una questione di principio una questione di vita o di morte? Non so. Il vanz parla di realpolitik, che suona sempre brutto, però...
Insomma, a tutti capita di litigare con qualcuno, e di sentire di avere innegabilmente ragione. L'esperienza di chiunque abbia delle realzioni un minimo sane e adulte, però, è che l'intransigenza e le provocazioni continue (tanto più facili se siamo certi di essere nel giusto ma per qualche motivo ci sentiamo deboli), raramente portano alla composizione dello scontro, indipendentemente da dove stia la ragione. Anzi, di solito portano all'esasperazione. E questo succede già con le persone che amiamo (a me con la doni succede, perlomeno) figuriamoci con quelle che ci stanno sull'anima per questioni non propriamente secondarie.
Quindi? Quindi non so. Se dovessi parlare con un musulmano di questa faccenda credo non avrei problemi a spiegarmi, e proverei a convincerlo del fatto che l'intento satirico per me non è "intenzionalmente" una bestemmia.
Certo non lo farei tenedogli sotto il naso qualcosa di offensivo, solo perchè sono certo e voglio ribadire che è mio diritto farlo.

update: a me l'articolo di galimberti che si critica qui è piaciuto moltissimo, e tende ulteriormente a farmi cambiare idea